mercoledì 9 gennaio 2013


tecnica spiaggia: galleggio e non solo

Calpesto sabbia da ormai tre decenni e più, non solo per motivi di vacanza, anzi proprio in estate non ne sono estasiato.
Sabbie di ogni granulometria, dai grossi sassi di Monte Giordano in Calabria, a quelle che sembrano talco di capo Comino in sardegna, a quelle nere del "dito" della Corsica. A furia di pescare qualche pesce l'ho preso anch'io, anche se una volta fatta una cattura proprio bella non riesco proprio a continuare. Sono fatto così!
Ora si tratti di una bella spigola, e ne ho prese ovviamente non perchè sia bravo ma perchè andavo spesso a pesca, o orate o umile ma grosse razze, mi scarico, l'adrenalina scompare e.. battuta finita.





Un nel mare formato continua a intrigarmi non poco e probabilmente è il tipo di condizione che meglio riesco ad affrontare forse perchè sono abituato a ragionare,  a pensare e mare mosso è sinonimo di scelte da fare.

In passato non c'era pioggia a fermarmi, se il mare era quello giusto si partiva e basta. L'intera notte di pesca non era assolutamente evento raro.
Ora preferisco pescare in diurna, potendo ovviamente, perchè ho attaccato alla mia schiena tre terribili arpie, tre ernie ovviamente contratte pescando.
Ma anche queste condizioni meno da Rambo possono regalare momenti piacevoli.
Da un pò di anni sui litorali del Tirreno centrale sono presenti in pascolo grosse lecce stella.
Iniziano generalmente a fine febbraio e proseguono fino alle porte dell'inverno. Esemplari da sette etti non sono rari.

Personalmente le pesco sempre con una coppia di canne, una leggera con cima molto sensibile, la vecchia ma impareggiabile Gold Medal abbinata a mulinello con 0,18 in bobina e piombo da 100 - 110 grammi. Poi una rip per provare la massima distanza, generalmente la Energy 5/7 da 4 metri o la Celebration, mulinello caricato con 0,21  e piombo da 150 (aspetto di provare per questa pesca la MMT usata con successo una sola volta). C'è la nuova Gold Medal  molto simile alla precedente ma ancora più sensibile in vetta (evoluzione dei materiali) o la 4,10 della serie Anniversary , bellissima, prestante sensibile ma anche economica nonostante sia una Full Made in Italy.











 Le piccole lecce pascolano a distanze spesso ridicole, quelle grosse si trovano spesso dietro la poca schiuma di una secca al largo e magari saranno 100 metri, ma quando arriva il maestrale pomeridiano o il ponente, allora c'è bisogno di un piombo che buchi l'aria e arrivi laddove c'è pesce. Il bracciolo lo confezione lungo, anche 2 metri, fluorocarbonio ovviamente di diametro tra lo 0,16 o lo 0,21. L'importante che l' appetibilissima arenicola sia innescata abbondante e sostenuta da flotter che fungano anche da attrattori.
La gold medal preferisco tenerla leggermente in bando, essa da il meglio di se quando le grosse lecce mangiano con grande sospetto, quella cima anche se un poco in bando ci segnala la mangiata con un profondo inchino.



L'amo che preferisco è a filo medio tipo Crystal ma con punta affilata chimicamente. Non sembrerebbe la il muso di quelle grosse è bello duro.

 Dicevo della MMT, l'ho usata proprio durante l'ultima battuta alla ricerca di orate che non c'erano. Poi l'armai con un doppio flotter e salvai una mattinata altrimenti sterile. Aspetto marzo per farla lavorare alla ricerca delle lecce più grosse dell'intero anno.
Lo so c'è gente in giro che di pesce ne prende tanto, che va a pesca anche 4 volte a settimana, che riesce ad essere quasi feroce fino all'ultimo tozzo di arenicola o di tubicola, che vagabonda per le spiagge fino a trovare quella fertile. Io non ci riesco, forse non ci sono mai riuscito perchè probabilmente non mi interessa quanti pesci, mi interessa magari come prendere quell'unico pesce.




 mimmo marfè

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