domenica 30 dicembre 2012


2013: anno della riscossa, almeno si spera


Ovviamente la prima cosa da dire è che vi auguriamo un nuovo anno pieno di personali soddisfazioni, ma anche che speriamo che per tutti voi, per tutti noi, sia l'anno della riscossa. Riscossa da una situazione stagnante che colpisce anche noi singoli pescatori.
Ma riscossa anche da una italica pessima abitudine di vedere l'erba del vicino sempre più verde.
Allora sempre pronti a denigrare anche quanto di eccellente riusciamo a produrre nel nostro Paese. E Bad Bass nel suo piccolo è un prodotto ITALIANO di eccellenza.


Le canne in foto è la nuova serie Anniversary della Bad Bass, non canne low cost ma canne con ottimizzazione dei costi intervenendo sulla componentistica e sui numeri della produzione.
ASSOLUTAMENTE FULL MADE IN ITALY, che è più di Made in Italy.
Ma statene certi usciranno fuori immediatamente i sapientoni gli espertoni, quelli che più di loro c'è forse solo la Bibbia.
Cosa diranno? Cavolate del tipo "..si ma levecchie bad bass erano un'altra cosa", oppure "..sono convinto che sono cinesi, me lo ha detto il rappresentante della Diffamation Fishing..." o ancora " sono troppo leggere". A costoro possiamo solo dire di usare la lingua in modo più saggio e chi è convinto che non siano FULL MADE IN ITALY, possono tranquillamente denunciare la Bad Bass per truffa e falso ideologico.
Torniamo a cose più amene.
Ecco il trio Bad Bass alla presentazione della Anniversary.
Danilo pescatore provetto, Biagio pescatore e vero stupratore di canne (avete visto il suo video con la MMT e come la stupra con il 125 con lancio angolato a ore 15???), ma anche quarto assoluto al campionato italiano di long casting categoria fisso (ma primo tra i groundisti). poi Genny pescatore e grande ricamatore del lancio.Po c'è un nuovo arrivo che vi presentiamo.


Sono loro il gruppo, dove ognuno per la propria specialità, testa i progetti..e vi garantisco che le nuovissime canne, che orgogliosamente, consapevolmente, giustamente, derivano da progetti già collaudati, hanno qualità elevatissima ma prezzi davvero incredibilmente appetibili.
Poi c'è Carlo, veneto di Vicenza, componente la squadra vincitrice del campionato italiano di elite. Carlo non entra nel gruppo perchè è campione d'Italia ma entra nel gruppo perchè da sempre apprezza gli attrezzi bad bass e riesce a valorizzarli. Su questo stesso blog c'è un post dove utilizza la International su campo da lancio e dove, lui che non è un lanciatore la porta oltre i 200 metri. Poi chiedetegli come hanno impostato le tre gare del campionato: Phoenix, Phoenix ed ancora Phoenix!


E chiudiamo questo anno con tanti auguri anche da parte della casa editrice per cui lavoro.



venerdì 14 dicembre 2012

attrezzi surf casting :UN PO' DI STORIA


 Nella vita onestà e sincerità pagano sempre: se affermassimo che Bad Bass sia stata la prima azienda italiana a dedicarsi al surf casting, peccheremmo di onestà. Ma dai primi momenti in cui ha indirizzato la propria produzione a questa tipologia di pesca si è distinta per originalità del progetto e per la produzione avvenuta da sempre esclusivamente in Italia.
La prima? La Guscu 1, una superleggera dedicata alla spiaggia seguita da alcune variazioni in materia di potenza, poi L bellissima ripartita Bad Bass (era questo il nome della canna) e le splendide Splinter 2, canne che se fossero rimesse sul mercato così come erano, sarebbero ancora attuali.
 Arrivò poi una delle più belle tele a mia opinione mai prodotte, la Konixx, che adottava 4 diversi moduli di carbonio per le diverse sezioni. Unico limite la limitata lunghezza di 3 metri e 80 e l'impossibilità di tentare di modificarla mantenendo un progetto telescopico. ma c'è chi la usa ancora, me compreso, con grandissime soddisfazioni.


Tra le fuori serie va annoverata sicuramente la Slider, carbonio altissimo modulo a nido d'ape per peso molto contenuto e grande potenza con un' anellatura che da sola costa quanto una canna medio economica. Una vera canna per amatori della perfezione.
Non stiamo qui a raccontare tutta la produzione e le varie serie tra cui alcune con indici di gradimento elevatissimo ma un pò delle più originali.
Le cinque metri? La prima fu la Maxima  che è ancora attualissima e che è stata capostipite della serie che comprende la 2 e la 3.


Poi tutte le varie rip tra cui citiamo la Bull Breaker dalla cima sensibilissima, la serie Energy, le mareggiata, la Ska da pedana usata da Franzese per il personale titolo italiano o la UK Competition e ancora la splendida serie International.
E cosa dire della serie Trio. Dopo tanti anni ancora attualissime e apprezzatissime.


Personalmente ho avuto le MB2 quali fedelissime compagne in spiaggia insieme alle CTM ribattezzate Raja dopo che io stesso catturai con la canna una razza di poco meno 12 chili.


Iber Trio e sotto di lato la Slider



Tantissime le bellissime canne prodotte, e tutti coloro che le hanno acquistate ed usate poi difficilmente se ne sono separati. Sono stati catturati pesci di ogni tipo, usate in tutte le condizioni possibili, ma parafrasando una celebre pubblicità potremmo dire che Bad Bass è per sempre.

Siamo a circa un anno dal cambio di proprietà e la serie New Anniversary celebra a prezzi contenuti al massimo possibile, l'avvenimento.
E contro tutte le male lingue che mai mancano, la produzione continua ad essere esclusivamente FULL MADE IN ITALY a prezzi che molto spesso sono competitivi con canne prodotte all'estero.
Siamo quasi pronti a presentarle insieme alla riedizione della stupenda Gold Medal cambiata solo nell'estetica e corredata di leggerissimi anelli Pacific Bay.







martedì 4 dicembre 2012

Ground Cast a pesca


Ueh! Ce ne fosse uno che non sa fare almeno il ground! Eppure all’inizio in tanti abbiamo sudato e speso non poco per apprendere dai vari profeti dell’epoca i segreti di questi due lanci. Parliamo ormai di 20 anni fa, e non sono pochi, e come un virus che si trasmette di persona in persona, c’è stata una crescita esponenziale di tanti nuovi profeti che a torto o ragione hanno vestito i panni dell’istruttore per trasmettere il verbo ai nuovi discepoli. Solo che spesso è accaduto, e non parlo assolutamente di me stesso, che una volta che l’allievo rischiava di superare il maestro, i rubinetti hanno iniziato a marcare siccità. Capita.
Per le sequenze fotografiche abbiamo scelto volutamente persone che praticano sia la pesca che il lancio tecnico per evitare ogni estremismo sia di banalizzazione che di ricerca ossessiva del gesto.
GROUND CAST
Ground ha un solo significato ovvero suolo. Ne consegue che il ground cast è un lancio con partenza del piombo dal suolo.
Primo problema: una superficie “sporca” o troppo molle si presta male alla traiettoria che il piombo dovrà effettuare a terra.
Immaginate a tale proposito un piombo rampinato che dovrebbe formare un percorso semicircolare a terra.

Si imparano i primi gesti sulla spiaggia


La potenza che riesce a spigionare un lancio ground è determinata dalle flessioni e contro flessioni con le quali siamo in grado di caricare la nostra canna.
Secondo problema: una canna troppo morbida disperderebbe le energie man mano accumulate già durante la prima fase di caricamento
Una qualsiasi parabolica di media rigidità e con cimino morbido non è adatta all’effettuazione del ground cast penna la rottura della canna. Tutta una serie di canne telescopiche o in tre sezioni ad innesto, di buona potenza consentono l’uso del ground a pesca a condizione però che non si superi un’angolazione ad ore 13. (ciò nell’ipotetico orologio che utilizziamo per comprendere le diverse angolazioni.




Le canne maggiormente adatte al ground cast sono quelle a ripartizione di potenza più o meno rigide e che abbiano un cimino non troppo elastico.
La chiusura deve avvenire con il pugno sinistro presso la mammella sinistra. La canna ben caricata è flessa in tutta la lunghezza (Celebration BBT)


La lunghezza ideale per una canna da ground cast parte dai 3 metri e 96 (13 piedi) fino ad arrivare a 4 metri e 30 circa (14 piedi e 2). Le canne più corte utilizzano meno la lunghezza della leva e richiedono quindi maggiore tecnica(ciò vale anche per il pendolare)
Il ground da pesca può essere effettuato senza alcun problema con un mulinello a tamburo fisso ma c’è chi preferisce anche a pesca l’utilizzo del rotante che offre sicuramente un vantaggio: il minor peso, e siamo su rapporti di 1:2, offre un gesto di chiusura meno appesantito e si possono ottenere maggiori accelerazioni.
Una serie di canne telescopiche consentono a pesca l’utilizzo del ground: segnaliamo tra queste le Trio Standard e Compact tra quelle storiche e la nuovissima ma potentissima MMT 423.
ESECUZIONE DEL GROUN CAST

1. si stende il piombo a terra con un’angolazione compresa tra ore 13 e ore 15
2. la canna va tenuta inclinata e le braccia abbastanza staccate dal corpo e si inizia una rotazione a terra del piombo senza mutare l’inclinazione della canna
3. Mentre il corpo trova un assetto stabile si completa la rotazione della canna
4. Il sinistro inizia a tirare la canna  in avanti assecondato dal destro che in questa fase non ha un ruolo attivo
5. Il sinistro ed il destro si incrociano con il pugno destro che è come se tirasse un pugno violento al cielo e il sinistro che tira la canna verso il pettorale sinistro




L'esecuzione di due ground da pesca, in alto con International Pro, sotto con MMT 423

6. Si completa il gesto tenendo ferma la canna ad un’angolazione di circa 45 gradi




venerdì 30 novembre 2012

POSTI DA SPIGOLA




  
Si è gioito in tanti, Gabriele autore di una cattura davvero clamorosa in quei pochi minuti necessari a portarla in secco ha dimostrato stoffa da vero pescatore. Aveva sottovalutato un poco il gioco ed il finale era del 27, in pratica  un carico reale al nodo anche un po’ sotto il peso del pesce. E’ stato bravo.

Le spigole del Tirreno
Sul versante centrale del mare Tirreno sono tanti i fiumi, i canali, i fossi che sboccano in mare. E’ vero portano spesso con se quello che noi definiamo immondizie, spesso lo sono per davvero, ma tante sono le sostanze che possono rendere fertile quel tratto di mare. Fateci caso, le spigole più belle si catturano in luoghi spesso non troppo belli. Forse le spiagge bianche e soffici come il talco saranno anche meta di ricciole o di lampughe, spesso di belle mormore, ma la spigolaccia non va troppo per il sottile. Non a caso le acque grasse portuali sono un suo domicilio di elezione. Eppure i pescherecci non è che buttino in acqua petali di rose ma spesso maleodoranti scarti di pesce, qualche tozzo di pane, squame mischiate all’acqua con cui lavano il fondo delle imbarcazioni.
Viva l’inquinamento? No non è a questo che vogliamo inneggiare ma sicuramente c’è da distinguere tra le tipologie di inquinanti. I depositi organici che arrivano in mare attraverso lunghe condotte sottomarine, là ben distante dalla costa, creano aree circoscritte molto inquinate ma tutto attorno c’è in pratica lo spargimento di fertilizzanti naturali. Non dimentichiamo che nella antica agricoltura i fertilizzanti erano costituiti da letame animale. Insomma bisogna saper discernere.
Va molto di moda il biologico, poi se un frutto così cresciuto presenta beccatine di uccelli o macchioline varie è spesso rifiutato dal nostro gusto estetico. Allora forse bisognerebbe essere molto più attenti a ciò che finisce in mare, evitare che le zone deputate alla balneazione siano invase anche da semplici residui organici, ma l’asetticità non è detto che sia la migliore soluzione e non solo per la pesca.

Spiagge basse sono spesso il nostro palcoscenico, qui già un vento a 12 nodi rende fertile l’impianto di pesca. Sono stati questi ultimi i siti dove magari è stato necessario il lancio lungo, perché lì, proprio a riva c’era troppa caotica turbolenza.
Poi sulle spiagge basse il problema di dover scagliare quella maledetta piramide che vola proprio male, a distanze abbastanza proibitive. I più tecnici hanno scelto zavorre ogivali provviste di spike anche se poi era necessario mettere in bobina fili abbastanza grossi per non correre il rischio di spaccarli nel tentativo di aprire i rampini sul fondo.
Allora diverse soluzioni come fili in bobina che non necessitassero di shock leader, insomma tutto un fiorire di sperimentazioni che in qualche modo hanno dato i propri frutti.

E’ accaduto che su spiagge mediamente profonde gli esemplari di grossa taglia bordeggiassero proprio il sottoriva, perché lì la corrente era meno turbinosa che su spiagge basse. Bastavano spesso mezzo metro o poco più d’acqua perché il piscione pinneggiasse sotto i nostri piedi. Su spiagge a basso digrado chi ha optato per la corta distanza ha dovuto accontentarsi di esemplari medio piccoli.
E dopo tanti ametti, lenzette, finalini, popperini, abbiamo l’impressione che si stia ritrovando il gusto del surf casting più genuino, quello in cui conta il pezzo e non i pezzetti utili solo a far fritture e portare a casa una medaglina.

Qui non tentiamo un’operazione di trasformismo, godiamo della nostra onda che scade ma anche del mare piatto e dei 130 metri necessari per raggiungere il pascolo delle orate in primavera. Godiamo insomma della capacità di saperci adeguare alle varie situazioni, che poi l’agonismo abbia contribuito ad affinare gli strumenti e le strategie è cosa certa.

Si è tornati ad ami di numerazione prossima allo zero, molto gettonate le forme Aberdeen con occhiello che sicuramente aiutano in un corretto innesco di un anellide, ma là dove l’esca era una coppia di rosseggianti fasolari non si è badato a numerazione ed anche una forma beck del 3/0 ha trovato una propria giusta collocazione.



Alcuni cenni sulla spigola
Essa ha grande capacità di adattarsi a qualunque ambiente. Si trova a suo agio intorno alle scogliere come in prossimità delle spiagge, a stretto contatto col fondo o in superficie, in acqua salata come in quella salmastra o dolce. Frequenta più spesso le fasce di mare prossime alla costa, è probabile incontrarla proprio nella risacca, anche in soli pochi centimetri d'acqua, vicinissima a riva.

Si può pescarla dappertutto ma che le migliori possibilità per una sua ricerca specifica si hanno alle foci. E la predilezione per questi ambienti non è casuale. Sono zone ricche di cefali, di anguille e di gamberetti, tutta roba per la quale il branzino stravede. In linea di massima qualsiasi sbocco di acqua dolce, che si tratti di un vero e proprio fiume oppure di un semplice canale, raduna un buon numero di spigole, sia al suo interno che in prossimità della costa nelle immediate vicinanze. E' però importante sottolineare che se all'interno di un porto oppure di una foce il nostro predatore è sempre presente, davanti alle spiagge, anche alle migliori, è attiva e in caccia quasi esclusivamente con condizioni di mare mosso o in scaduta.

Qualche buon consiglio

Proviamo, con convinzione, a catturare qualcuno di questi magnifici pesci. Vale la pena di passare qualche ora di notte al freddo e di sopportare qualche uscita in bianco.

1.  Per programmare una battuta di pesca consultate le tavole di marea. E' fondamentale scegliere le ore a cavallo dell'acme di alta. Una finestra più breve ma redditizia è proprio prossima all’acme di bassa.

2.  Non trascurare la pesca notturna. L'oscurità è una condizione favorevole specie se la pressione è in diminuzione e la luna assente. Diversamente spesso rende di più la pesca diurna specie con cielo nuvoloso
3.  All'uscita di una foce il punto preferito dalle spigole è quello in cui l'acqua dolce si mescola con quella salata. L'anguillina e il cefaletto vivi sono efficaci anche lanciati da una spiaggia e appoggiati sul fondo specie con poco mare e fondo pulito.
4.  Quando una spigola abbocca a un'esca viva non bisogna ferrare immediatamente. Si deve invece cedere filo e lasciarle tutto il tempo di ingoiarla.




La spigola in definitiva è un pesce abbastanza stupido, pigro e che cerca rimpinzarsi con il minimo sforzo. Un pò come chi ci tenta e ci ritenta senza risultati. C'è luna in cielo? "e chi se ne frega!" L'acme è in tardo pomeriggio? "No io posso andare solo dopo le 19!" ..e giù con altre amenità del genere. Chi ne cattura tante spesso prima di piantare i picchetti si reca su varie spiagge a valutarne le condizioni e sa che se accadrà non sarà un caso.



sabato 24 novembre 2012


L & L - Leggero & Lontano


Nel nostro ultimo post abbiamo raccontato di quei pesci che possono in qualche  modo salvare una serata altrimenti connotata da un cappottone generale o quasi.
Questa volta tratteremo invece delle opportunità che offrono attrezzi di potenza media ma in grado di regalarci distanza e divertimento.
Splendido rombo catturato con la MB 2 Mito, attrezzo che lavora al meglio con piombi da 125 grammi

Dicevamo leggero e lontano. Attrezzi quali le Trio Strike o Light, che trovano i loro piombi ideali nel 120 e nel 100 grammi, se corredate con mulinelli non troppo pesanti e bobinati con fili abbastanza sottili, possono nel loro range di utilizzo regalare pescate memorabili, ovviamente in condizioni di calma o di mare poco mosso, senza troppo affaticarci e offrendoci una visualizzazione delle tocche che per ovvi motivi canne  più rigide in vetta non possono offrire.


sopra Trio Strike e Light. Sotto orata pescata con la Quadra 110
E' recentissima l'introduzione sul mercato della MMT 3 light. Non è solo una MMT 423 depotenziata ma il progetto interviene anche sulla geometria e l'anellatura dell'attrezzo per adeguarla al tipo di lavoro cui è destinata. Tre segmenti tele più una vetta in tre corti segmenti come la sorella maggiore, ma in side offre distanze di tutto riguardo senza assolutamente stancarci dopo ore di pesca, al punto che risulta tra le mie preferite a mare calmo o poco mosso, proprio per leggerezza e distanze traguardabili.
MMT 3 Light e mormora
Poi di canne in grado di lavorare in leggerezza e a buone distanze ce ne sono tantissime e di molte marche.
Proprio ieri sera eravamo in 6 o 7 in spiaggia: mare calmissimo , luna nel cielo e un pascolo abbastanza esterno. Dopo un'oretta dal tramonto ho nel secchio due mormore di cui una proprio bella, alla mia sinistra Peppe Luongo che del lancio è un virtuoso. la sua postazione è a tre canne: una tre pezzi a due vette ad azione abbastanza rigida e due cannette anche di buona qualità, centrate su una potenza da 100 grammi ma molto più adatte a spiagge profonde con pascolo medio corto. Infatti lui tutti i suoi pesci li ha catturata sulla terza delle canne. Io invece molto più pigro di canne in pesca ne ho due e entrambe armate con un unico bracciolo lungo e montato basso. Sulla canna più potente avvengono numerosi scippi senza che mi accorga di nulla ma..la mia fedelissima e ormai di età maggiorenne Gold Medal, più vigile della più gelosa delle suocere, mi segnala ogni piccolo movimento che avviene sul fondo. E' uno spettacolo e Peppe le gironzola intorno quasi corteggiandola. Non sono un lanciatore molto potente ma con questo leggerissimo fioretto tiro in ground con grande facilità ( e anche bene per contrastare subito i soliti maldicenti) e la distanza non manca affatto..poi se servisse un piombo superiore ai 110 grammi o se ci fosse vento frontale allora sarebbe tutto un altro discorso.


La ormai mitica Gold Medal

Dicevo ormai maggiorenne, ma probabilmente insuperata per la congiunzione tra leggerezza e distanze ottenibili nella fascia d'uso dei 100 grammi.
Quindi una canna da continuare ad offrire ai tanti appassionati. Cosa cambiare nel nuovo progetto? Nulla!!! A personale opinione non era migliorabile. Quindi una nuova serigrafia (non cambia l'azione) una nuova anellatura (Pacific Bay splendidi e leggeri) ma resta quella splendida compagna di tante serata di pesca specie quando l'obiettivo dichiarato è la mormora,. A tra pochi giorni la presentazione.


Cosa c'entra la Raja in foto? E' un'altra delle canne il cui progetto è ventennale. Si chiamava CTM poi in una nuova versione estetica fu battezzata Raja perchè proprio su questa canna catturai una razza enorme, poi altre rivisitazioni estetiche ma la sostanza, il progetto è sempre attualissimo per pescare in questo caso davvero in tutte le condizioni...e ovviamente con la garanzia Bad Bass di prodotti Full Made in Italy

sabato 17 novembre 2012

PESCI D'EMERGENZA


Un pomeriggio d'autunno che andrebbe bene forse in maggio, in settembre. Mare calmissimo, vento di spalle e luna quasi assente. Ma c'è voglia di pesca e si parte.  Oltretutto c'è da provare la nuovissima MMT 3 al battesimo con il mare.
Giovanissimi e vecchietti insieme per meglio mettere a fuoco la pesca alle boghe, sperando che qualcuna abbocchi



Personalmente sono con Girolamo e Gaetano per dare loro qualche dritta su questo tipo di pesca che non hanno mai praticato. E le mormore? Niente paura ragazzi, ce ne saranno poche perchè quasi non c'è luna, ma queste mangiano tranquillamente anche su braccioli flotterati.
Vista l'acqua scura e un paio di ore di luce Peppe monta sul tri amo i flotter rossi che sono anche fosforescenti e dopo un paio di lanci le boghe entrano in pascolo




Sono un pò in ritardo rispetto ai miei compagni e dopo la splendida Gold Medal che tra poco raggiungerà la maggiore età (splendida la nuova appena arrivata), monto finalmente la nuovissima MMT Light.
Una 120 grammi, usabili tutti e senza dover depotenziare il lancio. Per quanto è rapida l'avrei battezzata Schizzo


Quattro metri e venti, molto somigliante alla MMT 423 ma diversa la pezzatura e l'anellatura. Cima in tre segmenti senza scorrevoli.





Per meglio testarla monto un ottimo mulinello bobinato con dello 0,18 e shock in multifibra da 25 chili, poi un trave a doppio snodo a cui collego però un solo bracciolo baso dello 0,16 con doppino e in previsione dell'ormai imminente buio monto due Pop Up ad alta luminosità. Anche se sembrerebbe non proprio ortodosso monto un amo 314 numero 11. Tiro e il sibilo dopo due o tre tentativi di assestamento, diventa sempre più lungo.

 Dopo un'ora e mezza di buio siamo costretti ad acquistare altre esche nel vicino negozio Motonautica Nerone a Mondragone. Girolamo si meraviglia per la bella mormora che ha mangiato sul bracciolo flotterato
 Zitto zitto e piano piano, Gaetano appena reduce di un importante traguardo nel lancio tecnico, per la prima volta il giorno prima ha superato i 190 metri (lancia da 2 mesi), è ben oltre la doppia cifra con delle boghe che sono davvero fuori misura.Alla fine ne conterà 29!!!!
Intanto pesce dopo pesce inizio la mia rimonta e confidenziando sempre più con la MMT light, il pesce è catturato quasi a ogni lancio. Arriva una bella mormora da circa quattro etti, poi altre due un pò meno grosse ma intorno ai 25 centimetri, poi ancora boghe. Faccio provare la nuova canna a Peppe (uno dei nostri due istruttori di lancio e due volte in finale italiana di long casting). Ne resta davvero stupefatto.
Non sono nemmeno le 9 che l'esca è finita. Senza strafare tutti portiamo a casa non meno di 15 pesci, si d'accordo pesci di emergenza, ma in una serata come questa c'era davvero ben poco da fare. Peccato per la mia foto davvero poco visibile.