lunedì 11 marzo 2013



Iniziamo  a  pubblicare una serie di interessanti itinerari che tratteranno un po’ tutte le spiagge italiane, isole comprese e anche quelle della Corsica.
LA SPIAGGIA DI CAPO MISENO












Siamo appena fuori del golfo di Napoli, il promontorio tufaceo di Miseno, posto a nord del golfo, ne è l’esatto spartiacque. Partendo dal capo troviamo 700 – 800 metri di sabbia senza alcun ostacolo presente, poi iniziano le barriere anti erosione intervallate da ampi spazi liberi.
Tutta la spiaggia è buona per pescarci sia nella stagione mite che in quella fredda. Le migliori sono le stagioni di transizione.

Il bello della spiaggia di Miseno è tra l’autunno e l’inverno. Le belle mareggiate da scirocco e mezzogiorno arrivano non come treni ma con onde gonfie e lente. Il colore delle acque è tra il verde ed il grigio. E’ il momento di tirare in acqua qualche grosso cannolicchio, verme americano, salsicciotto di sardina o magari fasolari. 
La spigola anche quella molto grossa è ben presente. Il segnale? Quella pioggia sottile e leggera che trasporta con se residui sabbiosi, quell’aria calda e bassa quasi opprimente anche in inverno. Giorno o notte fa lo stesso. Occhio al barometro ed alle maree. Pressione in discesa e alta marea sono le condizioni ideali. Poi dal lato sud della spiaggia può arrivare anche qualche bel sarago proveniente dalle tante tane presenti nella roccia tufacea del capo.
In inverno quando il mare non vuol saperne di muoversi, le postazioni al centro tra due scogliere possono surrogare le condizioni di un misto. La preda più presente è il grongo, anche di ottima taglia e l’esca di elezione la sardina.
Poi.. molti anni addietro, era l’inizio degli anni ottanta, c’era un divieto di balneazione (era ottobre se ben ricordo) causa la presenza di un branco di squali nel canale tra Misero e Procida. La settimana precedente avevo catturato la prima mia bella spigola innescando salsicciotto di sardina. Si prova di nuovo tentando il colpaccio ed innescando un grosso trancio di cefalo su di un beck del 4/0. qualcosa si attacca al finale dello 0.60, inizia un sordo tiro alla corda. Poi si pianta, il mulinello non riesce più a girare. La Mitchell Mariner Strong è piegata in modo innaturale: Un grosso grongo? Forse ma forse.. Si indietreggia provando a pompare. Sono arrivato al limite tra spiaggia e strada.
 Tutto si molla, la canna si raddrizza e quei quasi due metri di 0.60 si sono ridotti a 60 – 70 centimetri. Almeno avessi potuto sapere con certezza cosa si era attaccato!  
Dalle scogliere poste a nord verso Punta Schiavone si può praticare una proficua pesca a fondo durante la stagione calda con catture di mormore e anche di belle orate. Divieti permettendo anche sulla riva sabbiosa potrà capitare qualche bella orata lanciando abbastanza fuori.


Nessun commento:

Posta un commento