Iniziamo a pubblicare una serie di interessanti itinerari che tratteranno un po’ tutte
le spiagge italiane, isole comprese e anche quelle della Corsica.
LA
SPIAGGIA DI CAPO MISENO
Siamo
appena fuori del golfo di Napoli, il promontorio tufaceo di Miseno, posto a
nord del golfo, ne è l’esatto spartiacque. Partendo dal capo troviamo 700 – 800
metri di sabbia senza alcun ostacolo presente, poi iniziano le barriere anti
erosione intervallate da ampi spazi liberi.
Tutta
la spiaggia è buona per pescarci sia nella stagione mite che in quella fredda.
Le migliori sono le stagioni di transizione.
Il
bello della spiaggia di Miseno è tra l’autunno e l’inverno. Le belle mareggiate
da scirocco e mezzogiorno arrivano non come treni ma con onde gonfie e lente.
Il colore delle acque è tra il verde ed il grigio. E’ il momento di tirare in
acqua qualche grosso cannolicchio, verme americano, salsicciotto di sardina o
magari fasolari.
La spigola anche quella molto grossa è ben presente. Il
segnale? Quella pioggia sottile e leggera che trasporta con se residui
sabbiosi, quell’aria calda e bassa quasi opprimente anche in inverno. Giorno o
notte fa lo stesso. Occhio al barometro ed alle maree. Pressione in discesa e
alta marea sono le condizioni ideali. Poi dal lato sud della spiaggia può
arrivare anche qualche bel sarago proveniente dalle tante tane presenti nella
roccia tufacea del capo.
In
inverno quando il mare non vuol saperne di muoversi, le postazioni al centro
tra due scogliere possono surrogare le condizioni di un misto. La preda più
presente è il grongo, anche di ottima taglia e l’esca di elezione la sardina.
Poi..
molti anni addietro, era l’inizio degli anni ottanta, c’era un divieto di
balneazione (era ottobre se ben ricordo) causa la presenza di un branco di
squali nel canale tra Misero e Procida. La settimana precedente avevo catturato
la prima mia bella spigola innescando salsicciotto di sardina. Si prova di
nuovo tentando il colpaccio ed innescando un grosso trancio di cefalo su di un
beck del 4/0. qualcosa si attacca al finale dello 0.60, inizia un sordo tiro
alla corda. Poi si pianta, il mulinello non riesce più a girare. La Mitchell
Mariner Strong è piegata in modo innaturale: Un grosso grongo? Forse ma forse..
Si indietreggia provando a pompare. Sono arrivato al limite tra spiaggia e
strada.
Tutto si molla, la canna si raddrizza e quei quasi due metri di 0.60 si
sono ridotti a 60 – 70 centimetri. Almeno avessi potuto sapere con certezza
cosa si era attaccato!
Dalle
scogliere poste a nord verso Punta Schiavone si può praticare una proficua
pesca a fondo durante la stagione calda con catture di mormore e anche di belle
orate. Divieti permettendo anche sulla riva sabbiosa potrà capitare qualche
bella orata lanciando abbastanza fuori.
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