martedì 6 novembre 2012

CATCH AND RELEASE ..o dell’ipocrisia




CATCH AND RELEASE ..o dell’ipocrisia
Rilasciare il pesce pescato, per chi condivide, attua e diffonde la pratica del catch and release, non è solo segno di civiltà e rispetto ambientale, ma rappresenta una vera filosofia e approccio alla pesca, dove alla gioia della cattura si aggiunge la felicità del vedere l'animale appena catturato di nuovo libero.

Le rilasciamo???


L’affermazione può essere di principio condivisa ma molti, moltissimi i dubbi sull’attuabilità e sulle modalità.

Noi ci limiteremo al caso agonismo surf casting che come tutti più o meno sanno si pratica dalla spiaggia.

Ancora un’affermazione di principio: la pesca non è la caccia. Se per la pesca possiamo almeno discutere di CATTURA E RILASCIA, per la caccia non si può nemmeno ipotizzare una cosa del genere. Nella pesca il pesce è catturato, nella caccia la preda è uccisa.

Ma una domanda retorica è d’obbligo: che senso ha andare a molestare un pesce (con il rischio comunque di ferirne gli organi vitali) per poi rimetterli in acqua?

Nell'agonismo generalmente le prede sono di taglia piccola, sono recuperati velocemente e spesso per motivi organizzativi (attesa dell’ispettore di sponda) liberati non subito. Molto spesso personalmente pesci di taglia piccola li libero al di là delle regole imposte ma molto spesso mormorette di 13, 15, 18 centimetri le ritrovo spiaggiate e morte dopo poco tempo. Poi organizzare una gara con il catch and release comporta uno sforzo organizzativo sicuramente imponente che forse, e ripeto forse, per una finale nazionale dove ci può essere il concorso di varie società, è possibile. Ma voglio raccontare un fatto realmente accaduto.

la razza preda non valida per le gare che non prevedono il rilascio





La prima e terza gara del provinciale di Napoli per circa 130 o 140 concorrenti ha fatto registrare un pescato superiore per ognuna delle due manche superiori ai cento chili. Ciò ovviamente scartando tutti i pesci al di sotto della misura di legge che specie per le mormore la cui misura è 20 centimetri non è raro dover rimettere in acqua. Ora un carniere di 30 o 40 pesci validi per i primi non è stato evento per niente raro. Durante l’ultima gara gli ultimi di settore hanno catturato mediamente 5 o 6 pesci validi e la media di cattura per settore era superiore ai 12. Quindi circa 120 pesci per settore. Come si pensa di poter far fronte ad una eventualità del genere? Se consideriamo, mantenendoci bassi una media di 3 minuti per ogni operazione di verifica, misurazione, rilascio e trascrizione, per 120 catture ( più quelle sotto misura che mediamente arrivano a circa il 20%) arriviamo a superare ampiamente i 360 minuti ossia un’ora più della durata della gara stessa. Poi nei provinciali generalmente gli ispettori di sponda appartengono a società gareggianti: quale controllo sulla misurazione riportata senza controlli? Ossia a solo titolo di esempio un ispettore di sponda della società Alfa va a misurare un pesce catturato da un agonista della stessa società Alfa. Il pesce misura in realtà diciamo 18 centimetri ma l’ispettore lo misura, poi lo rimette in acqua e segna sul cartellino 30 centimetri. Chi può contestarlo??? Troppo malpensante?? Non fatemi ridere di illeciti scoperti e di illeciti consumati senza che nulla accadesse ne siamo tutti a conoscenza, compresa la dirigenza nazionale FIPSAS.

un bel carniere ma rientrante nei limiti di legge


Allora invece di provare a salvarsi la coscienza con provvedimenti che puzzano di utopia e irrealizzabilità non sarebbe molto ma molto più serio intervenire sul fenomeno della commercializzazione del pescato da parte di dilettanti che si allarga sempre di più a macchia d’olio senza alcun intervento oppure sulla sempre crescente maggiore illegalità, molto spesso documentata anche con foto pubbliche, di pescate che debordano ampiamente i 5 chili di legge o ancora della pesca illegale di tonni fuori del periodo di legge???? Paura di perdere iscritti??? Ho un sospetto molto forte che realmente si voglia affrontare questi argomenti.





mormore e saraghi tra le prede più frequenti: se poi pesci di buona taglia magari morti si rimettono in acqua non ne comprendiamo assolutamente il senso





Ma tornando al nostro Cattura e Libera che dobbiamo fare, organizzare le gare su spiagge sterili e in periodi sterili per favorire un limitato numero di catture che consenta ai pochi ispettori di svolgere il proprio compito?




la boga un pesce frequentissimo in gara ma che un solo concorrente può catturare in numero anche prossimo ai 50.
Quanto tempo occorrerà???




1 commento: